Sala di lettura "MAURO BARONI", un angolo della parentesi dove sfogliare alcune pagine di un libro, riflettere, condividere i piaceri di un breve racconto, le emozioni di una poesia, lo studio di un saggio. Come in un salotto d'altri tempi, dove la luce e il calore di una fiamma, la carezza della musica o l'aroma di un buon caffè ideale, non possono mancare... 

Tiziana* 13.9.2010

Reading Room

candela

IL RACCONTO:  [...] chiocciola del linguaggio, fratello misterioso della poesia in un'altra dimensione del tempo letterario. [...] una sintesi vivente e insieme una vita sintetizzata, qualcosa come un incresparsi d'acqua dentro un bicchiere, una fugacità in una permanenza.     

Julio Cortázar

Dicembre 1977
Notte di Natale

 Accidenti! Non riuscivo più a tenere la macchina. La neve scendeva più fitta ed il manto sulla strada era sempre più alto. Non ce l’avrei fatta ad arrivare in paese. Avevo messo le catene alle ruote ma una si era spezzata ed era rimasta nella neve, chissà dove.

  Ed avevo dovuto togliere l’altra perché l’auto slittava. Poi avevo sgonfiato un po’ le ruote per farle aderire meglio sulla strada ghiacciata. Ma ora la strada saliva con una maggiore pendenza e la neve era alta. E l’auto sbandava e slittava paurosamente.

  Davanti, sulla destra vidi una luce. Aguzzai lo sguardo e scorsi la sagoma di una casa.  

Ah! Era lo spaccio del bivio. Quello che era andato a fuoco qualche anno addietro. L’avevano riattato. Non ci avevo fatto mai caso. Lo ricordavo con le mura nere dal fumo e senza tetto perché crollato arso dal fuoco. Ma ormai era un anno che non facevo quella strada.

  Guardai meglio: c’era una luce fuori e anche una finestra del piano terra era illuminata. Scorsi anche la targa del telefono pubblico. Pensai di fermarmi a telefonare. A casa dovevano già stare in pena per il mio ritardo. Dovevo giungere per la cena ma la riunione si era protratta fino a sera. Poi la neve sull’autostrada dove si viaggiava a passo d’uomo. E poi la catena spezzata. Sì, meglio telefonare!

  Fermai l’auto davanti lo spaccio. Scesi. La porta si aprì; un uomo anziano si affacciò e chiamò: ” Dottore ?”. Mi accostai e lui mi fece entrare. Sulla porta sbattei i piedi per togliere la neve dalle scarpe. Lui chiese: ” Lei è il dottore ?”. Lo guardai. Doveva essere il nuovo gestore dello spaccio. E non doveva essere del posto, perché non parlava in dialetto. Risposi: ” No, non sono dottore”. E poi: ” Dovrei telefonare, se è possibile.”

Si accomodi “.

Entrai nella cabina. Parlai con mia moglie. Le dissi che ero per strada e che non ero sicuro di farcela ad arrivare su in paese. E di stare tranquilla perché ero al riparo. Mi disse che mi avevano aspettato a lungo ma poi avevano cenato. Ed era quasi mezzanotte. E lei e le bambine sarebbero andate in chiesa ad ascoltare la messa. Le dissi che avrei atteso finché si fosse calmata un po’ la bufera di neve.

  Uscii dalla cabina ma non vidi nessuno. Mi avvicinai alla stufa a legna per scaldarmi. Guardai l’orologio. Mancavano pochi minuti alla mezzanotte. Bella notte di Natale!. Lontano dai miei, in uno spaccio, solo o in compagnia di uno sconosciuto.

  Me lo trovai al fianco. Mi stava osservando. Chiesi: ”Posso restare un po’ qui? Con questa neve non posso viaggiare e ...“


“ Certo, può restare quando vuole”. - “ Mi spiace di disturbare proprio la notte di Natale”.  

Poi mi ricordai di quello che mi aveva detto appena giunto : “ Aspettate un dottore? C’è qualcuno che sta male ?”.- “ Sì , aspetto il dottore per mia moglie.

Rimasi impacciato : “ Allora vado via, non voglio disturbare” - “ No, non disturba affatto. La prego.” -  poi : “ Mi scusi , ma debbo andare di là.”

Rimasi solo davanti alla stufa. Dalla finestra scorgevo la neve scendere giù fitta fitta.

Bella notte di Natale! Per me ! E che bella notte per quell’uomo che aveva la moglie malata! E per il dottore che era stato chiamato ! E magari era fermo sulla strada, bloccato come me dalla bufera.

Sentivo dei lamenti di là. Doveva essere la moglie inferma di quell’uomo anziano. Mi sedetti vicino alla stufa. Il calore mi metteva sonnolenza. Mi assopii. Sentivo in lontananza un suono  di campane ovattato dalla neve e canti e rumori e altri suoni.

Sentii scuotermi: era l’uomo dai capelli bianchi. Mi disse:” Ha smesso di nevicare. Se vuole può partire. Buon Natale! ”- Mi riscossi e risposi :“ Grazie. Buon Natale”.

Guardai l’orologio.

La mezzanotte era passata da qualche minuto. Fuori aveva smesso di nevicare.Mi alzai. L’uomo mi stava osservando. Gli chiesi: “ Sua moglie...come sta?”  “Adesso


bene, grazie!”. E poi soggiunse :

“ Vuol venire un attimo di là? ”. Lo guardai stupito, poi annuii con la testa. Aprì una porta e mi trovai in una stanza in penombra. Accese la luce e vidi un grande letto. L’uomo mi prese per un braccio e mi accostò al letto. Vidi che c’era una donna giovane, quasi una fanciulla e vicino a lei un bimbo, piccolo, appena nato.

  Guardai l’uomo : “E’ nato adesso? “ - “ Sì, a mezzanotte”. -“ Complimenti! Buon Natale !”. Mi ringraziò con un cenno della testa poi mi riprese il braccio e mi accompagnò fuori.

  Lo salutai di nuovo. Aveva smesso di nevicare e le nuvole sembravano diradarsi. Risalii in macchina e mi accorsi che riuscivo ad andare abbastanza bene.

  Dopo venti minuti arrivai in paese.Guardai l’ora. Forse la messa non era finita. Entrai in chiesa mentre la gente cominciava ad uscire. Mi avvicinai al grande presepio e mi sembrò di riconoscere l’uomo dello spaccio, la moglie nel letto e il piccolo nato. Ma poi scrollai le spalle : dovevo essere stanco e suggestionato.

 

  Qualche giorno dopo, tornando in città, volli fermarmi allo spaccio della notte di Natale. Mi ritrovai davanti ad un rudere con le mura nere dal fumo e con il tetto crollato.

 scripsit Orazio D'Orazio

 

 

 

 

 


Il caffè della parentesi

Il Caffè della parentesi

vi invita nel mese di dicembre 2012-gennaio 2013 alla lettura di 

NOTTE DI NATALE  di Orazio D'Orazio,

una fiaba inedita per grandi e piccini.