Versi & Retroversi › Il poeta paracadutista: Piero Cervetti

Page V&R 1/11.2009

UN POETA DALLE SPERICOLATE CADUTE E RISALITE

PIERO CERVETTI

(Pian di Coreglia 28.10.1951-Lucca 2001) 

Un poeta dalla lirica colta, facèta e con una tecnica dai più sottili procedimenti metrico-linguistici.

 

Nel n.4 della Rivista trimestrale di Letteratura "Clandestino"  del 1999 usciva la presentazione della prima raccolta di poesie di Piero Cervetti dal titolo "Col ciglio asciutto", Edizioni della Rocca, Castelnuovo di Garfagnana. Ciò che fu scritto a memoria di questa edizione è mia cura riportarlo oggi in questa sede, a pochi anni dall'improvvisa scomparsa del poeta, per celebrarne la memoria con parole appropriate.

Copertina

Copertina dell'edizione 1999 di "Col Ciglio Asciutto".

 

 

 

 

 

 

 

 

Il testo tratto dal "Clandestino" è il seguente:

<<Se ogni tanto vi piace "osare ed uscire dai luoghi comuni critici e dal perbenismo letterario che sta ammorbando quasi tutti i poeti, con le varie lineelombarde o  scuole romane abbastanza omogeneizzate e sovente di poco gustosa lettura, allora provate ad incontrare questa raccolta, pubblicata da Walter Ciapetti, un coraggioso e artigianale editore toscano. Piero Cervetti è un poeta coltissimo, esperto della metrica di tutti itempi e di latino, tedesco, francese e spagnolo, italiano medievale e moderno e quant'altro. Questo non sarebbe ancora niente, ma il fatto è che tutto ciò confluisce nella sua poesia in maniera geniale, tanto che l'effetto è quello di una voce viva e impetuosa, in cui il plurilinguismo (anzi il "poliglottismo", come dice Luigi Blasucci nell'introduzione) non frammenta nè disperde l'unità dei testi, tenuti insieme dalla verità di una voce che viene da un'adesione incondizionata e libera alla propria vocazione umana e letteraria. A ciò si aggiunga che, insieme alla profondità culturale, l'esperienza fondamentale intorno a cui si coagula anche tematicamente lo scrivere di Cervetti è il servizio militare prestato come paracadutista nella "Folgore", la quale esperienza ha portato l'idea del cielo, del volo, dell'ebbrezza; si potrà allora capire l'unicità di questa poesia e la genialità dell'Autore. Veramente molti sono i testi di questo nuovo Dino Campana di cui si consiglia caldamente di procurarsi il volume qui segnalato perchè difficilmente la critica italiana si accorgerà presto di lui.>>  

Amicizia, cucina e poesia di Piero di T.Fratini

Direi di sì, questi tre aspetti della Vita mi univano al poeta Cervetti. Lo conobbi a Lucca quando svolgeva l'attività di insegnante di Italiano e Latino al Liceo classico "N.Machiavelli" ed era collega di lavoro di mio marito. Ricordo che a stento e timidamente mi sorrise, quando mi strinse la mano al primo incontro, ad un pranzo nella mia casa di Via del Castellaccio. Con facilità arrossiva, poi mangiandosi un pò le parole mi parlava dei suoi interessi, la Cucina e la Poesia. Era facile condividerli perchè erano anche le mie passioni.  Negli anni 1998 e 1999 venne a trovarmi con la sua bicicletta anche a Valdottavo, un paese vicino Lucca, dove mio marito, Marco C.Mezzetti, pure suo grande amico, ha una casa di famiglia. Si presentava all'improvviso portando sempre qualche prodotto fresco di stagione delle sue coltivazioni, more, uva spina, ciliegie oppure marmellate e sughi che realizzava lui stesso alle prese con le ricette più elaborate e prelibate. Era davvero straordinario, sapeva sorprenderci con le sue leccornie, i suoi modi gentili e la sua bontà. Aveva per me e Marco sempre tante attenzioni. Rammento in particolare due momenti condivisi, che mi rallegrano il cuore al suo pensiero. Un giorno gli raccontai di un mio colloquio di lavoro come operaio cantoniere presso il Comune di Capannori e al resoconto puntuale di tutte le prove che avrei dovuto sostenere per una futura assunzione a tempo determinato, insieme ad altre donne, compreso il taglio degli alberi, le potature e la messa in regola dei muretti etc. sbottò in una grande ed esilarante risata! Tutte le volte che gli ricordavo quelle mie difficoltà rideva a crepapelle e mi ripeteva che erano lavori pesanti per una donna, soprattutto se piccola o di media statura come me. In un'altra occasione mi regalò della salsa al cinghiale per le pappardelle da lui stesso preparata e riposta in un bellissimo bicchiere con decori d'oro appartenuto alla sua famiglia, che tuttora come un prezioso oggetto conservo nella mia vetrina. Tutto ciò ancora oggi nella rievocazione di quei momenti mi dà il sapore vero e intenso di una rara amicizia. Durante l'ultimo nostro incontro  volle a tutti i costi regalarmi alcuni suoi CD di musica etnografica e un' enciclopedia di archeologia per la mia professione,  che pure gli apparteneva. Io e Marco non abbiamo avuto modo di rivederlo prima della sua dipartita, di cui siamo venuti al corrente soltanto qualche mese dopo. Sapevamo che non stava già bene di salute per via delle conseguenze generate da un incidente con il motorino che l'anno prima l'aveva messo in pericolo di vita e per complicazioni epatiche indotte dal bere che erano degenarate. Si sentiva spesso solo nel suo mondo poetico fatto di emozioni e non trovava all'esterno un raccordo equilibrato con la società che tanto lo osteggiava per la sua diversità e la sua voglia di distinguersi. Spesso cadeva nella dipendenza dall'alcool, come cadute improvvise e spericolate, ma sapeva grazie alla sua forza di volontà e alla sua voglia di vivere riprendere il cammino, risalire con più coraggio di prima. Se n'è andato in punta di piedi, coerente al suo stile. Ci manca molto la sua inglese goliardia, il suo humor sommesso e rivelato solo a pochi, la sua cultura vastissima, i suoi versi e quel sorriso un pò di traverso con cui ci salutava. Arrivederci ...e mai più Addio.

Tiziana Fratini

Per un "Ricordo del poeta a pochi giorni dalla morte" scritto da Vittorio Baccelli, presidente dell'associazione "Cesare Viviani" vedi il contributo su http://baccelli1.interfree.it/piero_cervetti.htm

Piero Cervetti 

Foto inedita di Piero Cervetti, con un suo verso, la dedica e la firma autografa (fototeca privata T.Fratini).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ha scritto ancora di lui, nell'Introduzione a "Sognocieli", il paracadutista A.Sardeschi:

<<Quando vidi per la prima volta Piero Cervetti tutto pensai di lui meno che fosse laureato in Lettere e Filosofia con centodieci e lode, che conoscesse perfettamente tre lingue e tanto meno che fosse un poeta. Capitò una sera in studio per chiedermi informazioni sull'iscrizione all.A.N.P.D'I. ed io scommisi con me stesso che quello aveva sbagliato indirizzo; con quel faccione rubicondo e gioviale e quelle spalle da boscaiolo tirolese doveva certamente cercare la sede degli alpini. Documenti alla mano mi certificò il suo servizio nel Genio Paracadutisti e le qualifiche conseguite: non ci potevano essere dubbi, era stato un ottimo paracadutista. Gli alpini persero il loro iscritto ed io la scommessa. Fra i suoi pregi (o difetti, chissà!) Piero ha quello di entrare sempre, in ogni situazione, in punta di piedi: lo ricordo a S.Angelo dei Lombardi, dopo il terremoto: coperto di fango fino ai capelli, lavorava sodo dovunque ci fosse bisogno anche nei lavori più ingrati senza mai lamentarsi: uno dei silenziosi "utili" in mezzo a molti "schiamazzanti" inutili! Così quando incontrandoci sui campi di lancio o a qualche cena di festeggiamenti tirava fuori qualche poesia, non veniva preso molto sul serio: quattro applausi in mezzo a molti brindisi e poco di più. D'altra parte dopo una cena di festeggiamenti è difficile recitare poesie a meno che l'interprete non "le canti a maggio". Chi immaginava che facesse sul serio! Un pò di tempo fa venne a trovarmi con un fascio di poesie in una cartellina scolorita dicendomi che si trattava di poesie tutte ispirate direttamente o indirettamente al paracadutismo e ai suoi uomini passati e presenti: rimasi strabiliato; non avrei mai potuto immaginare che avesse scritto tante poesie "a soggetto", dovevano certamente essere delle corbellerie, delle rimacce buttate là tanto per riempir pagine. Altro mio abbaglio nei rapporti col Cervetti. Non m'intendo granchè di arte moderna in genere e tanto meno di poesia; non ho avuto il tempo i forse la voglia di conoscerla; le mie ultime letture di poesie risalgono ai tempi del liceo e a pochi anni dopo. Ma di fronte a qualche cosa che in qualche modo mi attrae riesco a "rizzare" le orecchie anche se non lo capisco a fondo; così è successo per le poesie del Cervetti: ad una prima lettura non mi sono sembrate affatto banali; ad una seconda sono rimasto impressionato dall'abilità e dalla varietà del costrutto metrico; quando finalmente ho cominciato a prendere la cosa sul serio e a leggere più attentamente ho trovato delle immagini poetiche di quelle che almeno noi profani "garbano un mucchio". Ci sono parole e addirittura frasi che non capivo: me le sono fatte spiegare dall'autore e dopo le ho trovate più belle e musicali di altre. Ci sono è vero espressioni seppur poetiche, che non sento ma nel complesso la lettura, anzi le ripetute letture alle quali mi sono più volte piacevolmente abbandonato, mi fanno ritenere la raccolta "Sognocieli" molto interessante. Non sono un critico e non posso dire di più: mi auguro comunque che  anche in questa occasione il Cervetti, in punta di piedi come al solito, riesca ad entrare nel mondo della Poesia, quella con la lettera maiuscola, l'unica che possa portare una nota piacevole nel mare di inutili schiamazzi che ci circonda.>>  

Un assaggio dei versi di Piero Cervetti

Dalla raccolta  "Sognocieli"

Copertina

Copertina della prima edizione di poesie "Sognocieli"

L'ARDIMENTOSO VOLO

S'apre d'irreale silenzio

la beanza d'infinito azzurro;

lo strappo che frena una caduta.

Leggera e dondolante la caduta

ti trasporta in limpido silenzio

navigando in alcionio azzurro. 

Ridi se senti entro di te l'azzurro,

liquido il mondo sospender la caduta:

eterno resta il limen del silenzio.

Sospeso il mondo in vanità d'azzurro

conserva il tuo mistero nel silenzio.

§§§

BERGSON-BERGOT

Che lo slancio sia vitale o mortale

non è scienza che mi riguardi,

pure non lo pensai quando ebbi

la seta sulle spalle.

Non sò se mi ha appiccicato un pò di gloria,

timore sì quando il vento entrò,

sibilo mortorio,

a spiegar che la vita è nulla

e nulla sospeso su nulla...

ma la mia mente in tutt'altro affaccendata

pensò: "Favorire e camminare"

§§§

 DANTESCO

 Fatato in cielo insegui il tuo tesoro

anima ardente di virtù latina;

il turbo ogni timore disvicina

quando nell'aere vai ad aprire un foro.

E godi l'aere in ogni tuo poro,

sapor che 'l mal di viver medicina,

e godi il freddo foco che t'affina

nè io a rimembrerlo discoloro.

Distendi all'aureo sole bianca fronte

e guarda il verde che all'azzurro poia

guarda l'uccello che dalla pelle croia,

l'aperta seta che dal ciel lpoia

dissigillare al sol le corde conte

tra cielo e terra ardito campire il ponte.

- - -

Che sapete di me, voi mie compagne tristi

che su prati sognati nell'oro dei capelli

lanciate il vostro dado nel fiore dei bordelli.

Mi lancio alla 'ioboia o come posso,

non temo, no, la morte né il suo osso.

Che sapete di me, voi miei compagni tristi,

nella scialba caserma vicini al "professore"

che sogna ormai soltanto il campo dell'onore.

Che sanno poi di me i culi di piombo

che invano mi consigliano spender meglio i miei soldi.

E che ne sa poi di me quel tal Cervetti Piero

se non è diventato

un bel nazista biondo.

E che sa mai di me quel dio che non esiste

se sono un dado assurdo, una bozza fallita

o un dio in miniatura che come sua figura

su carta sopra fiori colla scienza del coraggio.

 

La raccolta di poesie "Sognocieli" di Piero Cervetti è ora liberamente scaricabile in e-book dalla libreria di Cesare Viviani e due sue poesie, dal titolo "Incubo nero" e "Lancio tattico", sono state pure pubblicate postume nell'Antologia Viviani del 2006. 

 http://viviani2005.interfree.it/

Breve biografia di

Piero Cervetti

 

Piero Cervetti, nato a Pian di Coreglia il 28.10.1951 e scomparso improvvisamente nel 2001, si diplomò al Liceo classico "N.Machiavelli" di Lucca, dove svolse più tardi anche la professione di docente di Italiano, Latino e Greco.

Allievo di Filologia romanza alla Normale di Pisa del Prof. Gianfranco Contini, si laureò nel 1977 con lode in Letteratura italiana. Diplomato paracadutista scelto della Folgore e amante dell'agricoltura, si dilettò di poesia e vinse nel 1984 il Premio Internazionale di letteratura "Para Maremma" con il saggio storico "Vagli. Civiltà pastorale e transumanza". E' autore di due raccolte di poesie edite "Sognocieli" (1984) e "Col Ciglio Asciutto"  (1999).

IL PREMIO INTERNAZIONALE DI POESIA "PIERO CERVETTI"

Il poeta ha collaborato all'Edizioni La Rocca (Castelnuovo) con l'editore Walter Ciapetti ed è stato fondatore del circolo culturale "Il soffio", che in sua memoria ha istituito nel 2007, in collaborazione con l'associazione "Cesare Viviani", il I Premio Internazionale di Poesia "Piero Cervetti", già alla terza edizione.

Premio Piero Cervetti

 

Per informazioni sul Premio Internazionale di poesia "Piero Cervetti" ilsoffio@email.it , mentre il libro è acquistabile on-line c/o mercato di Lulu. Notizie sul Premio si rintracciano sulla "Voce di Lucca"

 http://www.lavocedilucca.it/post.asp?id=2687

 

Altrove

A lui fu dedicata la pagina cartacea di Versi&Retroversi del n.2/2000 della Rivista "Paralleli e Meridiani" dell'Istituto Storico Lucchese. 

 Tratti del testo "Vagli. Civiltà pastorale e transumanza" sono presenti in rete sul sito www.paesiapuani.it